venerdì 1 gennaio 2010

Mario Grasso



Mario Grasso è nato a Acireale (1932). Ha pubblicato:
Il gufo reale, (Flaccovio, 1968); La paglia di nessuno (Cappelli, 1974); Le vestali di Samarcanda, (Biancamartina, Firenze, 1979); Friscalittati, (Sciascia, Caltanissetta, 1982); Lettere a Lorv (Sciascia, Caltanissetta, 1984); Tra sole e luna, in Almanacco dello Specchio, (Mondadori, Milano, 1986); Concabala (Scheiwiller, Milano,1986). In edizioni Prova d'Autore: Vocabolario siciliano, prefaz. di Maria Corti, 1989; Pamparissi, 1990; Fine dell'adolescenza, 1992; Lingua delle madri, 1994; Michele Pantaleone, personaggio scomodo. 1994; La danza delle gru, 1999.
Ha tradotto: dal russo, Antologia delle opere di Taras Sevcenko (1989); l'edizione integrale del Pinocchio di Collodi, in dialetto siciliano (1990); dal latino, brani dell'Eneide per un'antologia in edizioni Bompiani (1993) e la medesima cosa per una antologia di lirici greci, ibidem.
Le sue poesie sono state antologizzate in: Le parole di legno, di Mario Chiesa e Giovanni Tesio (Mondadori, Milano); La poesia in Italia, di Giacinto Spagnoletti (Garzanti, Milano); Antologia euro¬pea, a cura di Fabio Doplicher (Roma); Le parole perdute di Franco Brevini (Einaudi, Torino, 1990); Poesia & C. di Paolo Briganti e William Spaggiari (Zanichelli, Bologna 1991).
Ha diretto Lunurionuovo dal 1976 al 1991. Dirige Sicilia Illustrata nell'arte e nella letteratura. Collabora alla pagina culturale del quotidiano La Sicilia, con la rubrica "Vocabolario contemporaneo".


Poesie
(Da “Arrivederci a Sortino”, 1997)


Risposta Filippina

Avevo chiesto a un filippino errante
cosa potevo dargli per conforto
del suo stato dolente.
Gli parlavo di agguati alla giustizia.
Non mi rispose subito,
aveva tra le dita una matassa
breve intreccio di fili sottilissimi:
"La via della seta", - disse, finalmente
come assente e fisso alle sue dita -,
"la giustizia col tempo stempera
pialla tesse lieve una seta
per mercanti
furbi e prudenti
lungo infidi mari e terre ostili.
Questa è la legge, altro la giustizia
rivestita di sete".



Pila Di Titoli

Adesso vi respingo, mie delizie
in calendari larghi e un po'
vi odio alle scadenze;
mi precipito in ripide discese,
calcolo lune e spese
nel lievitare delle tante attese
libere di beffarmi
con fantasmi scorrevoli
e le pietre celate coi rimorsi
come pila di titoli sui dorsi
delle tante letture archiviate.


Virtuale

Il volere non spiega quali vortici
attendono mugghianti
sul confine con la felicità;
divina invidia strozza
beffarda offre il virtuale.
Ma ignora la memoria,
Calderon de la Barca
secoli prima del computer?
Dolce sogno salvifico
mi annullano le onde
amniotico trucco gestuale.

Le Ellissi Minuscole Del Buio

Fonde ogni luce e accumula
comete in lunghe ellissi
per confronto misura il calendario
le nostre code a giuoco
ellissi brevi.
Mi sconforta - ridicolo! -
la pia necessità del sonno:
metà spinge a dormire questa vita
cercando il buio mentre
fonde comete
l'altra luce in aperte ellissi.


Natiche Mediche

Se fosse più veloce ai cibi l'acido
o al sangue umano la riversa bile
si dovrebbe comprendere
con occhio acuto.
Il clinico s'affida, nell'inciucio,
all'umore e alla scienza
in proprio. Poi qualifica
e incide le sue natiche liete
sulla soffice pelle
del suo rospo paziente
spesso a fil di sedia.


Intruppati


Chiedere a chi?
Nessuno ha mai chiarito
quale ufficio non paghi.
Dei poveri s'accorgono i potenti e i profeti.
Allora meglio reggere al digiuno
puntando all'Orsa
come fanno i pennuti migratori
che vanno o tornano
a rischio loro. E cantano intruppati.

Avviso Su Siepi

Può non essere clausola se intesa
nuova al fuoco che la ròsola
per chi ci prova e incappa.
Stretta tra rizòmi rugosi
scaricati in cortile, qui,
lei s'arrampica su quattro zampe arcuate,
più tirate a fermarla e
più s'imballa di bava,
può non essere avviso, forse clausola
provarla senza accederla, accettarla?
Ma attenti: striscia, squama d'autunno
tra le felci morenti e c'è l'avviso
quando senti il suo sibilo sei scorto:
non t'accigliare in salvo. Scappa.


Mafia In Cronache

Ecco, i giornali ora come allora
strillano sangue ipotesi non danno
tregua alla mafia in Sicilia
e sono infatti lucidi fendenti
.ruminando accenti
nel suono fessi e sùbito
stirati sulle fitte colonne
- o pio Cambronne -
si potrebbe smocciarli con le doghe
delle botti stracolme di pentiti.

Nessun commento: