venerdì 1 gennaio 2010

Franca Alaimo



Franca Alaimo esordisce come poeta nel 1989 con IMPOSSIBILE LUNA (Antigruppo siciliano). Collabora per anni con Pietro Terminelli nella redazione della rivista L'Involucro. Seguono le sillogi: LO SPECCHIO DI KORE (ed. Tracce), IL GIGLIO VERTICALE, prefato da M. G. Lenisa; IL LUOGO EQUIDISTANTE con l'editore D. Cara; e nel 1999 IL MESSAGGERO DEL FUOCO (con la rivista palermitana Spiritualità & Letteratura) che le vale la quarta segnalazione dalla giuria del Premio Montale. Alcuni suoi testi poetici sono pubblicati sul numero di Maggio 2000 della rivista Poesia (ed. Crocetti) per la rubrica Donne e poesia curata da M. Bettarini. Nell'anno 2000 pubblica SAMADHI (ed. Bastogi), finalista al premio “Anna Borra” e vincitrice nel Giugno 2001 del premio E.Dickinson.
È inserita in numerose antologie, tra le quali A MIO PADRE, curata da L. Luisi per la Newton Compton (2007) E' autrice del romanzo breve L'UOVO DELL'INCORONAZIONE, vincitore del premio bandito nel 2000 dalla casa editrice Serarcangeli. Nel 2002 esce MAGNIFICI DISPETTI, (ed. E.Miano), con un saggio di N. Bonifazi e nello stesso anno il poemetto GIORNI D’APRILE introdotto da R. Perrotta. Nel 2003 pubblica un saggio sulla scrittura di Domenico Cara: LA FIRMA DELL’ESSERE. Ha tradotto due raccolte poetiche del poeta Peter Russell: LE LUNGHE OMBRE DELLA SERA (ed. Il foglio Letterario) e VIVERE LA MORTE (ed. Paideia).Nel 2005 esce un saggio critico sulla poesia di Tommaso Romano: LE EUTOPIE DEL VIAGGIO (prefazione di D. Rondoni) con l’editrice Vallecchi, e un libro di poesie: LO SPLENDORE IMPERFETTO (ed. Thule, con prefazione di F. Loi ). Nel 2007 esce un altro saggio: LA POLPA AMOROSA DELLA POESIA, con introduzione di D. Maffia, sulla scrittura di Gianni Rescigno (ed. Lepisma). Collabora con la rivista Spiritualità & Letteratura (ed. Thule di Palermo, diretta da T. Romano) e con altre. Del 2007 un’antologia di testi poetici (e altro) dedicati all’autrice da 36 tra poeti ed artisti italiani, intitolata DEDICHE A FRANCA; ed un nuovo libro di poesie CORPO MUSICO (ed. Il Bisonte). Recentemente ha pubblicato la silloge AMORI, AMORE (ed. La lampada di Aladino) e un saggio critico UNA VITA COME POEMA (ed. Lepisma) sulla poesia di Luciano Luisi.

POESIE
Da: L’imperfetto splendore (2005)

Alba

Al canto dell’allodola
la prima goccia di luce
riempì i campi di sangue verde;
e di là cominciò la sapienza dell’albero
che dondolava come un’ala.
Sopra la città la lampada dell’alba
bianca mandorla
si accese come un perdono
dopo il disastro della notte.
Il mare precipitò nel fondo
le sue ombre nere, le pietre minacciose
e tremò rilucente con mille occhi verdi,
con mille lingue blu
e l’ampia fronte di fresca spuma.

Quale pilota guidava il vascello del giorno?
Fu questa la domanda.

(Da: Corpo musico ) (2007)

Come racemo d’uva

La vita mi ha pressato come racemo d’uva
Ed ora mi ha lasciato come lo graspo nuda
E’ vino di mosto fiore dopo la sgrondatura
Questo mio denso canto che generoso effluvia.
Lo rosignolo canta con dogliente dolore
Quando getta la notte il mondo in tenebrore.

La fidanzata

Giaci sotto il temporale tra l’erba
Scintillante umida e fresca
Con i piedi immobili quasi azzurri
I capelli impastati di verbasco.
Il viso mi si è infiammato
Vedendo come sei morto.
Dicono tra monotoni lamenti
“Sembra che dorma” le altre
Che non ti hanno dato baci.
A me anche la pioggia brucia come fiamma
Ora che il tuo respiro è nulla.
Balbetto nel dirti l’ultima volta: A Dio!
Per te domani mi vestirò d’abiti bianchi.
Ho troppo lutto per mostrarlo. Ma ora
Lasciamogli il silenzio. E che vada solo
Poiché era coraggioso e detestava il pianto.


Da: Amori, Amore (2008)

Non ancora

Tra alberi, frutti e scorze rilucenti,
tutto giaceva in un profondo incanto,
ma c’era come una luce di rimpianto,
quasi fossi prossima all’ultimo giudizio.
E per quanto tutt’intorno apparisse lo spazio
come una distanza illimitata, troppo smagliante
i cielo ed il corteo di fiori variopinti,
non un suono avevo da imparare, non una voce
che dicesse con l’anima: Euridice,
il tuo nome richiama solo cose d’amore.
Ahi, tempo, non darmi ora
ciò che prometti all’ultimo respiro.
Voglio che Orfeo canti al mio cuore
umano e innamorato la gioia inaudita
che il corpo di dolcezza mi ha straziato.
E’ così bella e vicina l’ebbrezza della vita,
così distante e rischioso il Paradiso
se ancora splendono il piacere e la rosa.


L’agnello (inedita)

Con la punta di un coltello un uomo
Mi strappò pelle, viscere e umori
Fino a spaccare in due il brillio delle ossa.
Poi ritirò la mano viscida e rossa
E aveva sulla faccia un selvatico piacere
Che ricambiai a gengive denudate.
Ora sto appeso a un gancio a testa in giù
Come san Pietro, le orecchie flosce,
I garretti sovrapposti e legati.
Le pupille nere senza palpebre e la cornea
Con la sua rete vermiglia sono gli specchi
Luttuosi della mia passione.
Goccio sul pavimento di marmo bianco
Le ultime stille del mio sangue
Che la gente guarda con disgusto.
E però si compra a peso il mio corpo
E qualcuno vuole le mie frattaglie
E un altro soltanto la mia testa.
Ma io perdono quelli che non sanno
Vedere in me il sacro del dolore.
Io che lo so, vorrei chiamarli
Fraternamente, con teneri belati.

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