Dino D'Erice, pseudonimo di Dino Grammatico, è nato a Erice (1924). Fondatore e direttore delle riviste “PTR ”, “Libec¬cio ” e “Rassegna siciliana di storia e cultura ”. Presidente dell'Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici. Presidente della Fondazione culturale “Lauro Chiazzese ” di Palermo.
Ha pubblicato: “Processo alla Regione Siciliana ” (Roma, Il Borghese, 1974), “La nuora Regione Siciliana ” (Palermo, Isspe, 1983), “Mezzogiorno tradito” (Roma, Secolo d'Italia, 1984), “La riforma elettorale rimasta nei cassetti di Sala d' Ercole” (Palermo, Isspe, 1996), “La rivolta siciliana del 1958. Il primo governo Milazzo ” (Palermo, Sellerio, 1996, 2 ediz. 1997), “Sicilcassa: una morte annunciata ” (Palermo, Sellerio,1998).Con lo pseudonimo di Dino D'Erice, ha pubblicati (poesia): “Cielo nudo ” (Palermo, Flaccovio, 1966), “C'è un segno ” (Palermo, Dge, 1969), “11 verde sulle pietre ” (Milano, Ipl, 1989), “Mia incomparabile terra ” (Palermo, Thule, 1997); “Ad ogni avvento” (Palermo, Sellerio, 2003).
POESIE
Schegge di pietra
Oggi le mie parole
sono schegge di pietra.
E vorrei
che ferissero
al cuore
la violenza.
Io grido fuoco
Io grido fuoco
fuoco
al consumismo che strappa
le tele alle bandiere
e lascia
nei balconi
bastoni nudi
di ferro e legno.
E il fuoco
il fuoco
bruci la ruggine del cuore.
Anni '70
L'ideale non può essere odio.
L'ideale non può essere morte.
Ed è assurdo
assurdo
morire a vent'anni
col cuore spaccato dall'acciaio
della P 38
impazzita
tra le mani
d'un ragazzo.
I poeti (I)
I poeti oggi non hanno occhi
per guardare
ove la terra
si congiunge al cielo.
E sfugge
la fiammella verde
che al tocco estremo del tramonto esplode
all'orizzonte.
I poeti (II)
I poeti del mio tempo
scrivono
per gli addetti
ai lavori
oppure
parlano
solo a se stessi.
La poesia è senza voce
al cuore degli uomini.
Comizi elettorali
Braci di parole
nell'aria stanca
e il vento
raccoglie con la scopa
ceneri di promesse
mai mantenute.
(Da: “Il verde sulle pietre”, 1989)
I gerani di gibellina
Sono fioriti gerani rossi
sui cumuli
di calcinacci
della città distrutta.
Il cuore dei bambini
sepolto
entro macerie di case diroccate
è vivo
anche se il dolore
ha disseccato gli occhi delle madri
e il vento
è senza fiato.
(Da: “Mia incomparabile terra”, 1997)
La Luna Accende Il Bianco
La luna accende il bianco
nella notte
e le rocce
della montagna
sono ossa
del tempo
stratificate.
Eppure
L'eterno
è albero senza radici
e senza rami.
L'infinito
spazio senza catene
e senza luogo.
Eppure
fiorisce
la vita.
Il Respiro Della Terra
Sulle pendici dell'Erice: Sant'Anna
un cremo di suore
preda a lucertole grige
scarafaggioni rossi ed erba-vento
abbarbicata
a crepacci di mura ora in rovina.
Vi giungemmo per un sentiero che si inerpica
come scala addentata nella roccia.
Era fermo il vento
e la luna rifletteva
luce bianca di fanali.
Ascoltammo:
sulle braccia lunghe del silenzio
alitava
il respiro della terra.
(Da: “Punti luce sulla strada di pietra”, 2002)
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