venerdì 1 gennaio 2010

Antonino Contiliano




Antonino Contiliano è nato Marsala (1942). È stato redattore della rivista “Impegno80” e “Spiragli”. Ha fatto parte del movimento poetico che, tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso, operò in Sicilia e si qualificò come Antigruppo siciliano. Negli anni Ottanta ha fatto parte del Comitato organizzatore degli “Incontri fra i popoli del Mediterraneo”. Il convegno che ogni due anni, curato dal poeta Rolando Certa, si teneva a Mazara del Vallo.

Ha pubblicato:

Poesia:
“Il flauto del fauno ” (Impegno80-Coop.Antigruppo, 1981), “Il profumo della terra ” (Impegno80-Coop.Antigruppo, 1983), “Gli albedi del sole ” (ILA Palma, 1988), “Exilul utopiei ” (Europa, Craiova, 1990), “L’utopia di Hannah Arendt ” (Laboratorio delle arti, 1991), “La contingenza/Lo stupore del tempo ” (Laboratorio delle arti, 1995), “Kairós desdichado ” (Promopress, 1998; 2° ristampa www.vicoacitillo.it, 2003), “La Soglia dell’esilio ” (Prova d’Autore, 2000), “Terminali e Muquenti / paradossi ” (Promopress, 2005; www.vicoacitillo.it, 2005) e – come coautore e “sine nomine” – “Compagni di strada caminando ” (Edizioni Riccardi, 2003; 2° ristampa www.vicoacitillo.it, 2005) e “Marcha Hacker/risata cyberfreak ” (Promopress, 2005; www.vicoacitillo.it, 2005); “ ‘Elmotell blues ” (Navarra Editore, 2007) e “Tempo spaginato / Chi-asmo ” (Polistampa, 2007); “Il tempo del poeta ” (a cura di Emilio Piccolo; Centro di Cultura “Acerra Nostra” onlus, 2009).
Saggi e relazioni (pubblicati in “atti” e riviste, e riviste sia cartacee che elettroniche):

“Perché scrivere per chi scrivere ” (“Incontri fra i popoli del Mediterraneo- Anno II: Poeti per la pace”, Mazara del Vallo, 1982); “Intellettuali a confronto ” (Impegno80, 1981/1983); “La funzione della poesia oggi (“Incontri fra i popoli del Mediterraneo- Anno III: La cultura per la pace nel Mediterraneo”, Mazara del Vallo, 1984); “Poesia e follia: corpo e ombra ” (Salvo Imprevisti, 1988/1989); “Filosofie della poesia: L’“effetto farfalla” ( Moolloy, 1991); “Sulle rovine e le tracce di un sogno ininterrotto ” (Spiragli, 1997); “Una nuova immagine del tempo. Riflessioni intorno a un libro recente – di Gaspare Polizzi, Tra Bachelard e Serres. Aspetti dell’epistemologia francese del Novecento ” (Bollettario filosofico, Università della Calabria, 2003); “Antigruppo siciliano- frammenti di storia, avanguardia e impegno ” (www.vicoacitillo.it, 2003); “Sentieri e risonanze di Bosco dell’Essere ” – di Stefano Lanuzza – (La Fortezza, 2003); “I pensieri di un venditore di libri nella poesia di Emilio Piccolo”; “Rolando Certa, un poeta Antigruppo volteriano e inattuale? ” (Fermenti, 2004); “Almanacco Odradek 2004 e ‘lettura dell’oggi’” (Fermenti, 2005); “Una ragione controfattuale e controfuturo nelle “ragioni della verità” leopardiana di Gaspare Polizzi ” (Fermenti, 2005); “Materiale Comune e la parodia antagonista” – “Materiale Comune” di Francesco Muzzioli – (Fermenti, 2005); “La “rammemorazione nella scrittura di Luciana Floris” (Fermenti, 2006); “Tra gihad e poesia un divenire identità ornitorinco e self storico” (Fermenti, 2008); “Il Padrone manda il boia. Una letizia spinoziana per Edoardo Sanguineti” ( Fermenti,2008); “Lingua che batte sonar e radar” – “La lingua che batte” di Giovanni Commare – (Fermenti, 2008); “ I miserabili in scena – “Liturgia dei miserabili” (cortometraggio) di Rino Marino – (SottoTraccia, Novembre 2007/Aprile 2008); “Un dì(re), girando nei dintorni di via “Accademia platonica”, lunare” – “Lettera morta” di Mario Lunetta – (Fermenti, 2008); “I fantasmi della luna e l’immagine-azione” – “Liturgia dei miserabili” (cortometraggio) di Rino Marino – (Fermenti, 2008); "Preveggenze nel sapere po(i)etico di Dante- Dalle sfere di Dante all’ipersfera di Riemann” (Fermenti, 2009); “Il refrain e la linea ‘leggenda’ -“Iperfetazioni” di Marco Palladini (http://retroguardia2.wordpress.com; “Il soggetto poetico nell’economia cognitiva” (Fermenti, 2009); “open source e avanguardia” (http://bollettario.blogspot.com/2009/06/blog-post_5499.html, 2009); “L’antigruppo Siciliano Tra Storia e Riflessioni” (http://www.rivistadistudiitaliani.it/articolo.php?id=535, 2009); “L’utopia, una necessità”; “Mediterraneo e identità plurale”; “Divisioni spostate e allegoria ‘riflettente’”; “Tempo Molteplicità Identità”; “Il tempo e la poesia antagonista-I processi asimmetrici”; “Per una critica dell’economia poetica dell’Io” (www.retididedalus.it; http://retroguardia2.wordpress.com; http://lapoesiaelospirito.wordpress.com, 2009).

Si è interessato al discorso pittorico di Eugenio Bruno e dell’amico Giacomo Cuttone. Cuttone è il pittore che ha curato la maggioranza delle copertine dei suoi libri di poesia.

Suoi testi sono stati tradotti in lingua croata, greca, francese, inglese, macedone, spagnola, catalana e romena.

POESIE

L'inter-est

a Giacomo Cuttone

Del tempo le ferite sventagliano

il riso della memoria tra le pieghe

e sale il sale rosolato dell'ascolto

il sapore silenzioso delle galassie

il va pensiero della distanza senza scie

del sole il gioco cristallizza delle ombre

e le terre dell'esilio segna non-luogo

il crocevia degli archi in attesa

e une del mare copre le solitudini

gallerie di splendide apparenze nate per l'est

leggero coro del respiro che diviene forma


bagliori rugiadano squilli di dissolvenza

mentre le pianure rotolano temporanza

il non-ancora bussa ancora una volta

nunc stans non e tu sei inter-est

rete di vibrazioni come un valzer di farfalle

dentro le finestre dell'occhio del ciclone

dove le tue mani dipingono onde di coralli

e vortici d'aurore il volto degli sguardi

raffiche nucleari dei sentieri quantici

adesso che adesso non è l'adesso distendono

soglie di colori diffuse derive di danza

l'inquietudine che si stacca e decolla.

(Da: “Kairós desdichado”, 1998)




La passione delle cifre

…:

la passione la pressione alzata alzò

e delle cifre il massacro verbalizzato

sputtanava il sarcasmo dell'umanesimo

la pietà della coscienza e i rasoi delle holding

e l'imboscata abbassava le braccia



il vento dossier segreto santuario

alle bianche voci cambia direzione

dove rapina i nervi dei mercati sbandano

e sulla crucis delle rughe crollano

e nei convogli stipano migrazioni

fioriti sui binari dell'erezione toto

produttiva totocalcio evirata no stop

di arbitri del saccheggio del pianeta



(im-mondo questo mondo è dei parassiti,

migliore esiste il ni-ente, il funebre elogio

degli aiuti umanitari soluzione finale,

giubilate il culo sacro eiaculato del se-colo-nizzato

colato a picco nella bancorotta del rendiconto!)



appollaiato sul picco della guerriglia

straccione il pueblo perestroika

l'attesa onda smorza su onda

e aquiloni intreccia di turbolenze

carburate con la rabbia del mare



digitale fotoshop naviga manipolazione

e fine look millennio killer degli umani

diritti

l'oceano della rete non ha più confini



il conto la banca rende reddito

mondiale canto d'arena di cani

i Sud marketing discount

e l'amore emigrato lontano

prigioniero fra le guerre stellari:



800milioni nell'inedia distesa

ogni anno e più lasciano la vita

concimano i profumi della ricchezza

oltre il plusodore dell'82volte sudato

con le piaghe di 2miliardi anemici

dal 20percento dei gentili del mondo

e molti vivi ma nati mai se non per

scontare le perdite dei sud-ari dei Sud

all'appuntamento del secolo breve

lunghe file di èbeti-alfa-ana degli applausi

denutriti del pensiero e gonfi di coca

graziati con la strategia della fame per

dominio dei compari della borsa telematica



digitale fotoshop naviga manipolazione

e fine look millennio killer degli umani

diritti

l'oceano della rete non ha più confini

Madrid, novembre ‘98


(Da. “La soglia dell’esilio”, 2000)


il disonore della storia


scogli scoglionati: che cieli scuoiati



iso-li-tudine le parole gamma

soft navigano frammenti testicoli

conflitti insonori ricu eu

e cyberspazio fot(t)one senza scie

neanche per un dollaro d’onore

lasciano le cose lati-tudine là

lì l’è, l’essere ridere zecca

di stato tra uno squarcio

e una saricinesca di jeans



shorty story ora dosano il montaggio:

le soste ferite del viaggio peritare

e i diritti dell’infanzia infangare

e i caduti della fame infamare

e i poveri poco a poco abbattere

la guerra, se è degli altri, sconsacrare

l’amore, se non è merce, mercificare

l’incasta bocca levisca mericanare

all’asta globale telepompimirino

e clinton minghia carricata ri passuli

menu networkshop scannerizzato

sulle onde wwweditoriali



anche i poeti bainoevocati scas(s)ano

ululati lasciano lo spazio elettronico

e l’evoluzione re-mare con involuzione

al piano bar non en plain air ballare

ballate ballate la sposa ho da maritare

cu amici e cu parenti unnaccattari

e unvinniri nenti teni a menti senti

a punenti i venti esentasse venti

sgridano once l’onore della storia

a suon di casse sulle carcasse



(Da. “La soglia dell’esilio”, 2000)





la casa di Alzheimer
(a mio nipote Giovanni)



è una liquidazione dalle radici dell'aquilone

e neanche un'asta per le memorie annusate:



ai pochi piace caldo il pianeta delle serre

e sviluppo sostenibile adagio schitarra

l'e-missione Pinochet in terra d'Allende

e nella striscia Gaz(z)a ladra struscia

sibemolle bene-detta la shoah in fuga

e belli-ci telenovela raid racket l'Eufrate



le cellule delle tavole rotonde e dei tornei

sono nella lista di Alzheimer in attesa

di autopsia e desertificazione di sinapsi

e orbite di rifiuti tossici l'anima galleggiano

l'utopia dei miei giorni stregoneria

cancellata al rogo dell'inquisizione ver-detto



scolate bottiglie di cielo vuoto scola

ora dondolio di nubi macero di ferite

e non posso alzare le mani al prato

per rubare un pugno di stelle ai fiori

e attaccarle agli occhi di mio nipote

con il respiro itinerante dei sogni lì



cosa gli racconterò in questi luccicori

recintato a vivere passeggiando magie

alternato a massicce dosi di sedativi

per incatenarmi la voce all'orecchio?



argonauti sbracciati decolli cantavamo

con polsi di mare e rotte di ubriachezza

svelate veglie contadine d'amore



ora galassie urbi et orbi alla deriva

ciurme spossessate del nome migriamo

con il nostro patto minato di referti

de-cessi sintonizzate stazioni d'arrivo

ogni dove ai fianchi erano arrampicati

i tuoi venti di lusso grido senza appello

e unico allertano sparate a vista ora invece

senza sirene e gabbiani di luce l'ascolto


(Da. “La soglia dell’esilio”, 2000)







La ballata della libertà

ba-Búsh-bel ul-tim(e)o sorriso béance

oggi dacci daciabel, strike della rivolta

tu che dazzurro voli stheatol cadentano

e-globoal wars stripes, end stars minavagante

ai perdenti il loro sud voltigabbano



l’altra metà del cielo è mandarino

libera del sogno americano, il male

dai dicci Mad il teatro degli scudi



stellare della guerra dacci il segno

e Seattle così sia Porto Alegre

e l’Intifada vedi veni invici veter-ano



bah-Búsh, Blair bèe, dal cyberspazio on line

Pesc sguinzaglia cold warriors, e duci Aznar

digno, non temere per la vostra morte preghiamo

e così pure il medio, oriente niño, Silvio il cigno

festeggiamo amico minchino in brodo star

(Da: “Odradrek/Almanacco”, 2004)



Copulazione

l’ultimo inverno, caldo

quello delle correnti ’91, Anne

(testardo, fonema ancora acceso)

quelle del Golfo, lungo il mare

e il canto d’organo delle canne

in canna d’argine al Mazzaro

i gameti delle orchidee sparsi

tra petali arsi carne termonucleare

è andato…



andato è in congedo dall’eternità

e temporanza in questo cielo della distanza

e confinato avanza tra ogive atomiche, spie

di cazzi puntati con prepuzio d’uranio

impoverito della via lattea di Urano



ecumenico quel coglione di pap(p)a

vergine cuccia di giglio svestita

a nozze brinda con le ceneri de’-provati

deportati dai canini ameri-CANIni

rinforzati con OMO-geneizzati di pap-

p(a)oni di task Force Ita(g)lietta,

sai,

la contrada che dalla fantasia ora

passa alla mafia al potere ognora

e porta a porta il prete che bene-dice



quell’amore, cara, bagnato ibrido

e iride di malinconia per il re-ale

e nostalghia per le ali di Klee

quel serpente di fuoco dell’Etna

cara, non è in discarica a valle

ancora, e non sopporta l’offesa

a quelle cum-finis correnti delle nostre

e altrui eteros soglie sparse (h)ai

comuni orizzonti in mano ai 4 soldi

che disprezzano la vita con gli arresti

della rèsta a strascico per gli spazi



scarto biologico vel analogico infarto

qui d’infinito è solo lotta dura, mio amore

di classe e coopulazione cooperazione

e gobal f(i)era di guerra alla guerra di classe

ov’unque ubiqueterraque celo è

con-figurazione azioni aut bianco aut nero





(Da: “Terminali e Muquenti/Paradossi”, 2005)




Lettera ai genitori

giorni mimose di mare

questo tempo spaginato

scorie e progetti in gola

fiorente alito di transiti

tra dominio e rifiuti

logiche srotolate rovescio

e sfide altri non metrici siti

Brooklyn gomme masticato

ponte se vuoi vivere vivo

vi indirizzo posta e allerta

perché il sonno dei morti

è sospetto alla canaglia

la salvezza che non ama inferni



se l’ombra accompagna il viaggio

e le cime gridano dalle radici

rivoluzioni decapitate e monche

cosa fare ora delle variabili noi

l’incertezza scartata delle promesse

la fantasia il potere vincente

rovine e differenze la soglia?



cosa fare se il terrorismo sparano

mucchio quotidiano e calcolato effetto

reggono l’erezione produttiva la qualità

la vita opera teatrale a prezzo basso

e Trotsky racconti treno c’era una volta

se non il cammino eterno tempo?



a voi scrivo grano d’altri campi e stagioni

che avete mangiato senza morte rimessa

o patteggiato ostie e acquesante di marca

scrivo che il peso più grande non ha misure

che il lamento è solo una luna calante

soggetti inghiottiti dai mattini di nebbia

e acquasantiere truccate e respiri

e bestemmie di notti spompate e grido



a voi scrivo uragano temporali magnetici

dove l’offesa è labirinto in fiamme così

e dis-torto il kamikaze stragifero roulette

senza dignità e libertà sepolto blabla



scrivono figli del male e terroristi senza fiori

se tra torri stazioni metropolitane bus

umiliati e offesi bruciano disperazione:

scannerizzati tolleranza zero, inquisizione

di classe e asse non solo religio caricano

girevole imperiale liquidazione e sconti

e chiusura d’esercizio import-esport



ma in questo presente si così così mori-ossi-

riso della tragedia e indifferenza a sacco

temporalità così spagino d’eventi il vuoto

e fibra “stranezza” singolare svito il corpo

e febbri chi-asmo sui sentieri intreccio

e kaone batto ancora nine four zero

zero è un altro giorno un qui altro

mille turgide carezze senza sosta

in coda ai turboreattori mille geometrie

svuotata dell’incertezza il tondo lutto

taglio vettore in memoria il senso



sestanti di cielo e vulcani pulsiamo

e morire la morte per vivere la pienezza

del senso sospeso nel tra, il confine

lontananza e vicinanze tangenziali

in panchina con timer ad alta tensione

angeli con gli occhiali d’assassino

e fuoco al cerchio paranoico di terra

follia fauve brucianti santi e santoni

incazzati duri e cannoni singolari

collettivi alla frontiera aperto sentiero

o fine seculorum boia smascherato



non giro pagina e pesco ricordi bazar

l’odore delle cosce per abbandono

o eco addio di salmi ai monti e ai laghi

fischiano i bacini dondolanti dell’amore

gli aironi sono ad alta quota per i canneti

e gli sguardi incrociatori insorgente azione

sorseggi strozzati arrivederci di nudi corpi

madidi dì di desideri e salti sul/del tempo

clinamen tra un pugno di immaginari e reali

numeretica resistenza permanente

né prima né dopo essenza e presenza ma atto

cooperazione gli-uni-gli-altri zapatisti caffè



la notte l’insonnia spagina questo tempo

sequenze di lettere mai partite e partenza

la contingenza che passa e si spassa

che gira e rigira distesa al sole della sfida

fida viaggio di parole e mescidanza pulsante

la morte dell’anima di soglia in soglia:

ho compleanni e non ho soste per pregare

il mio tramonto è stato sempre l’oriente

le palpebre del sonno il girasole

la veglia che scompone di fuoco la carne

una nave con il sale della brezza

dove meridiani e paralleli sono il tra

il cane incatenato che si scatena navigante

tra costellazione di frammenti quasar

in fuga dal ciclico nestlé trans-fondente



imballaggio di abbonamenti e consegne

delirio un qui di noi si stende tensione camin-

ante ancora ani-mal tra partenza e de-mens

onde d’urto spaccato scirocco svuotati istanti

e domani senza sosta compagni di viaggio


(Da: “Tempo spaginato/Chi-asmo”, 2007)



il vecchio già si era perso (inedito)


e il tempo non suona

due volte, mai la stessa

canzone di vento e cielo



quel profumo fra le rovine

“femme nue, femme oscure”

fruit du vin noir e polline

nei giorni dei tuoi fianchi



come onde sussultorie, affamate

esplose dal delirio in amore

lucente velluto di cosce

rugiadose di baci e lingua



sventagliata gola della luna

sotto i pugni schiusi al sole

tua bocca tua brocca e silenzio

affondo nel tuo bosco di mare



il vulcano delle delizie alla marea

della notte di lupo alle stelle

non negarmi e scuse non mento

pago il costo, la distanza se vuoi



mio sentiero, quel giorno di fughe con te

non lasciarmi all’incanto la veglia e gli anni

non lasciarmi deriva di marea bianca

(piuttosto annoso fantasma di passaggio)



sai, ho visto spasimare colori il volto

i sapori con gli odori nella stanza dei campi

del castello diroccato alla memoria intorno

e una danza mentre abbracciavi quell’isola

sospesa fra le nuvole a corteggiare gli spazi

al riparo dell’assedio delle mani annose

incantata



il vecchio già si era perso negli sguardi



Scimmie verdi (inedito)


brucia il mondo, onde e colori viola

canto che ti canta che non c’è incanto

nei passi della luna il foro fra le nuvole

sbuca scimmie verdi, pensieri come fiori

(non sono di plastica né virtuali, sanguinano)

sbocciati dal linguaggio muto, il bosco

quello delle alluvioni e dei detriti celiosi


è ancora un groviglio di numeri immaginari

imperiali per solitudini nei cieli frattali

né Virgilio è Tiresia di arater per l’inferno

quante volte rimangono per saltarci di baci

se un convoglio di mondi non ci basta

e la ripetizione bussa alle porte non amare

amore, salta le voragini del sole olistico

scotta la pelle e bole viventi non sanno



qui la segretaria di famiglia, la misura

non ha metri quadri e banconote di notte

(ma c’è ancora la notte nel porto e

tante scarpe rotte sulle rotte delle bancarotte?)



le banchise si stanno sciogliendo, scer

e i poli magnetici perdono l’attrazione

ma c’è ancora un’altra gravitazione

affonda la gola con lievitazione, lieve

è più un’onda che un corpuscolo, è



vagabondo un bando d’altro darti

le braccia e l’amplesso e allo sballo

s’aggira come un cane allo sbando,

randagio è il raggio astronomico in barca

e sbarca di clamore e senza onore un pugno

25 gennaio 2010

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