sabato 1 maggio 2010

Pinuccio Giudice Marras

PINUCCIO GIUDICE MARRAS
Nato a Bono nel 1924, si è trasferito da giovane a Macomer, dove ha poi sempre vissuto svolgendo la professione di ferroviere. Ha iniziato da presto a dedicarsi alla poesia, raccogliendo tra l'altro l'eredità che gli viene dal ceppo materno dei Marras, e si è "specializzato" nella poesia in rima - la sestina e il sonetto sono i suoi moduli preferiti - così che frequentando il mondo dei concorsi letterari si è distinto soprattutto in quelli che hanno una sezione riservata a questo genere. La sua produzione è raccolta in due volumi, Sonnios de lugura (ITS Nuoro, Cooperativa Grafica, 1986) e Lampizos de assulenu (Nuoro, Solinas, 2002). Nella nota introduttiva a quest'ultimo Giacomino Zirottu scrive (in sardo) che egli è «sostenuto sempre da un'arte irrobustita con fatica e sudore», e che la sua è la voce di un uomo «che non si nasconde dietro 'sogni e pugni di vento' ma che parla e canta e prega e spera in favore del bene e della pace»; domina i motivi che gli sono cari la «fede nella 'bella poesia», ma quel che conta è che tutti sono espressi in «versos affìnados chin abilidade e maestria», "versi limati con abilità e maestria". Lampizos de assulenu è il sonetto che da il titolo alla seconda raccolta.

Ammirende su sole

Daghi su sole miro, 'oghende cara
rùja che fogu in s'atta 'e s'orizonte,
penso e m'incanto nende: ecco sa fonte
ch'inùndat s'universu 'e lughe crara.

Ecco, sa pius bèzza 'ja lumera,
chi cunfortat sa terra 'uè l'ischidat,
chi sa vida alimentat e guìdat
dae sos altos pàdros de s'aera.

In sos tramontos, chin tristos colores,
prima chi ùmbras de su sero fàlen,
pàret ch'abbortas m'intrèghet sa luna.

E medas nottes, isettende albòres...
chirco intr"e sònnos, Fàdas chi regalen
soles de oro... chi m"àtten fortuna..!

Ammirando il sole

Quando osservo il sole, sporgendo il viso/ Rosso di fuoco sul filo dell’orizzonte,/ penso e m’incanto dicendo: ecco la fonte/ Che inonda l’universo di luce chiara.// Ecco la più vecchia via luminosa,/ che conforta la terra ove la sveglia/ che la vita alimenta e guida/ dagli alti padri del cielo.// Nei tramonti, con tristi colori,/ prima che calino le ombre della sera,/ pare a volte che m’invada la luna. // E molte notti, aspettando l’alba .../ cerco nei sonni, Fate che regalino/ soli dorati... che mi portino fortuna.//

Nessun commento: